Sono Chiara, classe 1997, nata sotto il segno zodiacale del cancro, indecisa cronica. Mi piace cucinare e amo i gatti che considero i miei spiriti guida, adoro i proverbi e parlare usando metafore. Di carattere sono timida, introversa e solitaria. Da piccola ho avuto un colpo di fulmine con la lettura che è sempre stata un po’ il mio rifugio: preferivo sprofondare nei libri piuttosto che uscire fuori a giocare con gli altri bambini. Senza la terribile incombenza di dover socializzare, potevo confrontarmi con tante storie e tanti personaggi, imparando dai loro errori. Durante un anno sabbatico subito dopo la maturità ho capito che questo è il lavoro che vorrei fare “da grande”. L’iscrizione all’università, triennale e magistrale letteralmente volati, due tesi (una in biblioteconomia e l’altra in archivistica) e poi eccoci arrivati alla soglia del mio sogno: lavorare circondata da scaffali pieni zeppi. Adesso mi definisco un’ibrida: le biblioteche restano la mia comfort zone, ma negli archivi si tocca la storia con le dita della mano... Mi piace immaginare che proprio come per i miei amati personaggi letterari a un certo punto arrivi un punto di svolta per me; per adesso continuo a essere solitaria e preferisco avere il naso immerso in qualche libro. Riesco comunque a godermi la parte più bella del mio lavoro: quando qualcuno mi chiede “mi consiglieresti un libro?”. Cerco di combattere gli stereotipi sui libri: se non ti piace leggere è perché non hai trovato il libro giusto. Di libri, infatti, riuscirei a parlare anche con i sassi. Può confermarlo il mio fidanzato, Tommaso, con cui mi lancio in racconti dettagliati dell’ultimo libro letto con cadenza regolare, contornati da lacrime, risate e letture dei passi più belli. I libri mi rendono più sicura: per questo vi suggerisco di non provare a dirmi che la saga di Harry Potter è sopravvalutata, che i romanzi rosa sono tutti uguali o che “l’assassino nei gialli è sempre il maggiordomo”: a vostro rischio e pericolo.