Dagli scavi agli scaffali; dai documenti materiali a quelli scritti; dall’Arch…eologia all’Arch…ivistica: il passo non è poi così lungo come potrebbe sembrare. In entrambe le discipline si studiano contesti, si rinvengono “pezzi”, si fanno ipotesi per ricostruire la Storia. Dovevo capirlo già dalla mia esperienza universitaria che la possibilità che questi due “mondi paralleli” potessero incontrarsi non era poi così remota, anche perché nel piano di studi, per mia scelta, avevo inserito come ultimo esame quello di Biblioteconomia, benché fosse del tutto estraneo al mio curriculum. Per venti anni dopo la laurea ho svolto da libero professionista il lavoro per cui mi ero formato: ho partecipato a cantieri di scavo, catalogato reperti, allestito mostre e musei, fatto lezioni e incontri sul tema. E quando, per motivi contingenti, non è stato possibile continuare questo percorso, si è presentata l’occasione di collaborare con Scripta Manent; più che una coincidenza o un segno del destino (ripensando a quell’ultimo esame all’Università…) mi è sembrata un’opportunità per conoscere “dall’altra parte” luoghi e strutture che avevo frequentato come utente. Mi sono avvicinato con rispetto e curiosità a questa nuova esperienza, ricevendo in cambio la possibilità di comprendere regole e meccanismi del “mondo parallelo” che ho finalmente incontrato e che è diventato il mio lavoro. Al tempo stesso, mantengo sempre un legame con il mio passato, curando la preparazione editoriale di testi specialistici di Etruscologia, la disciplina in cui mi sono specializzato: ancora libri e archeologia accomunati nella mia esperienza professionale; del resto, anche la polvere che ho trovato in certi archivi non ha niente da invidiare a quella dei cantieri!