Viaggio semiserio
alla scoperta degli archivi




Langdon infilò una mano in una cassetta accanto alla porta
ed estrasse un paio di guanti di cotone.
«Servizio in guanti bianchi?» chiese Vittoria.
«Non si possono toccare i documenti senza guanti per via del pH acido della pelle. Prendine un paio anche tu.»

C

osì, indossati i loro guanti bianchi, i protagonisti di Angeli e Demoni di Dan Brown si accingono a entrare nell’archivio della Widener Library di Harvard, e noi siamo pronti a entrare con loro. In religioso silenzio come dentro una chiesa, per non disturbare gli studiosi che, chini sui loro leggii, passano ore a decifrare qualche frase di un’antica scrittura.
Luoghi misteriosi e affascinanti gli archivi: piccole stanze, armadi in legno chiusi a chiave, luci soffuse.
A questo punto non ci resta che aprire la porta e entrare, naturalmente dopo aver indossato i guanti di cotone per tenere sotto controllo quel maledettissimo pH.

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La porta si apre.
Questo è il nostro lavoro, quello per cui abbiamo studiato, quello che volevamo fare fino da piccoli (cioè, da piccola io volevo fare l’archeologa - per colpa di Indiana Jones – ma poi ho scoperto Marc Bloch).
C’è poco da fare, siamo dei privilegiati, depositari di un sapere potenzialmente infinito. Dietro di noi Bonaini e Casanova sembrano sorridere con compiacimento.
Cioè, sorridere forse è troppo, magari un accenno, un sogghigno, una risatina sotto i baffi…. Qualcosa mi dice che ci hanno fregati.
Ma ormai è tardi, bisogna entrare.
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C'era una volta... Un re! diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato.




C'era una volta un archivio

Q

uello che ogni archivista sogna di incontrare oltre la soglia della porta, sono file e file di volumi legati in pergamena


... o in cuoio

... cesellati e decorati.


Labirinti di scaffali ben ordinati,
mamma mia quanto ero giovane…
E comunque la camicia arancione con la maglia rossa giuro che non l’ho più messa.



... magari dotati di scalei a norma.
Piccole e grandi meraviglie da scoprire,

Ecco una Chiara fanciullina che sogna il Madagascar


Alcune incantevoli stranezze
e molti angoli suggestivi…

Dai Ilaria, non barare, si vede benissimo che questa è una biblioteca!

Sì, ok, ci ho provato… Ma gli angoli suggestivi ci sono davvero, solo che non avevo foto.
Ma gli archivi sono questo e anche molto, moltissimo altro….

Spazio, ultima frontiera! Eccovi i viaggi dell’astronave Scripta Manent, durante la sua missione (quasi) ventennale diretta all’esplorazione di strani mondi, alla scoperta di nuove forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là, dove nessun uomo è mai giunto prima….

“S

cusi, da dove si accede all’archivio?”
Chiesi al referente di un prestigioso ente fiorentino (che non nominerò) presso il quale, ingenua e fresca di studi, stavo per iniziare uno dei miei primi lavori di schedatura.
“Dal bagno”, rispose lui, e poi, vedendomi perplessa, aggiunse “Vicino al lavandino troverà una botola, si apre male, stia attenta”.
E fu così, passando dal bagno e poi dalla botola, che ebbi la prima chiara percezione di quello che mi sarei trovata a fare….

Ci sono giorni in cui lavorare in un archivio rasenta l’esperienza mistica.

Ad esempio quando ciò che trovi sul pavimento ti fa accarezzare l’idea che – forse - il tasso di umidità attorno a te più che essere adatto alla conservazione dei documenti potrebbe essere applicato alla coltivazione dei funghi champignon.
E, casomai vogliate saperlo, no, non erano allucinogeni, non che avessimo provato, per carità

Quelle davvero allucinogene sono le muffe, e che muffe!
Le classiche bianche


soffici e spumose
allegre come la neve e che fanno subito aria di Natale


o quelle grigio marroni, minacciose e affascinanti

e infine le mie preferite: muffe varie guarnite da nidi di ragno.

Q

uanti bei ricordi! Quante spensierate giornate, e quante mascherine!
Magari abbinate ai famosi guanti bianchi di Langdon, perché si sa, alla muffa il ph acido della pelle non piace affatto.
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Scaffali ordinati? File di volumi? È arrivato il momento di guardare il nemico dritto negli occhi!

Se tutto va bene ci accoglie una lunga fila di scaffali un po’ traballanti, stipati alla meno peggio da povere carte strabuzzate e da registri piegati e incastrati a forza con quella malagrazia naturale di chi pensa che la cosa non lo riguardi.

Pigia! Piiiiigia!! Mi par di sentirli dire. Avanti che c’è ancora posto….

Ma poi, arriva finalmente il giorno in cui tutti i corsi di specializzazione in tetris fatti alla scuola serale non bastano più e bisogna, inevitabilmente, arrendersi: gli scaffali sono finiti.
E allora che fare?

Le strade percorribili sono molte, negli anni credo di averle viste utilizzare tutte ma non mettiamo limite alla provvidenza né tantomeno alla fantasia…
La prima è – generalmente – quella di utilizzare scatoloni, e qui possiamo fino dal primo sguardo riconoscere la mano dell’artista:
Il precisino...



Il Mondrian incompreso...


Il sopra la panca sotto la panca

l’accumulatore seriale


il solitario
il “tanto di qui chi ci dovrà mai passare”

Il “come capita capita”...




Il “secondo me regge”
Lo “speriamo che vada tutto a fuoco”...


e infine…. il pisano.

Finite le scatole si ricorre ai più svariati mezzi di fortuna:

sedie

ceste


tavoli



pancali senza ospiti
e con ospiti….


Ma soprattutto il caro, vecchio, immancabile, pratico, sempre disponibile, comodissimo pavimento.

Dove le carte possono essere appoggiate distrattamente, quasi a dire “torno subito, abbiate fiducia”


o magari un po’ meno distrattamente….



fino a cedere e accumulare senza ritegno

al grido di ecchissenefrega!
Tanto che sarà mai?


E soprattutto chi se ne accorge?






M

a non perdiamoci d’animo per così poco, suvvia, potrebbe andare peggio….. potrebbe piovere.

Ebbene sì, abbiamo visto anche questo, ma almeno non si è persa l’occasione per sfoggiare qualche completino antipioggia mooolto trendy che da Frankenstein junior ci trasporta immediatamente nell’allegro mondo di It.


Pensino ora i miei venticinque lettori che impressione abbia fatto sull'animo di noi poveretti, quello che s'è raccontato,
ch'era costato tant'anni di studio e di pazienza...

Ma come può mai un archivio trasformarsi in tutto questo?
Ci sarà stata un’alluvione, direte voi, un terremoto.
No, mi spiace. Quello che vedete riguarda molto spesso solo l’indifferenza.
- Musica triste in sottofondo -

Un’ultima domanda prima di salutarci:
siete ancora sicuri di voler fare questo lavoro?


Autori e opere citati e/o parafrasati
I Promessi sposi - Alessandro Manzoni
Pinocchio - Collodi
Angeli e demoni - Dan Brown
Star Trek
Frankenstein Junior – Mel Brooks
It – Stephen King
Piet Mondrian